Nel corso degli ultimi mesi appena trascorsi, la Regione Toscana ha messo a punto una serie di accordi tesi a riformare la sanità regionale. Nonostante le direttive nazionali della legge Balduzzi, infatti, sono previsti accordi integrativi a livello regionale che lasciano un certo spazio di autonomia alle Regioni. La Toscana ha intenzione di stipulare accordi sia con gli specialisti ambulatoriali, che con i medici di medicina generale, ossia con quelli che un tempo si chiamavano i “medici di famiglia”.
L’Assessorato regionale al Diritto alla salute ha per il momento siglato degli accordi con i medici di medicina generale e con gli specialisti ambulatoriali convenzionati, mentre deve ancora essere definito un accordo con i pediatri. In totale la Regione ha stanziato 20.000.000 di euro alle Aziende sanitarie locali per la riorganizzazione della sanità toscana in AFT (Aggregazioni Funzionali Territoriali) e UCCP (Unità Complesse di Cure Primarie). Gli accordi prevedono anche la progressiva estensione della sanità d’iniziativa secondo il Chronic Care Model, nonché interventi per il contenimento delle liste di attesa per le prestazioni sanitarie. Le AFT (Aggregazione Funzionale Territoriale) saranno costituite da un insieme di professionisti (medici di medicina generale e continuità assistenziale) riuniti in un territorio omogeneo e coordinati da uno di loro (eletto dagli altri membri).
I presidenti delle Aft si interfacceranno fra di esse e l’Azienda sanitaria locale del territorio per il governo delle cure primarie sul territorio ed i rapporti con l’ospedale. Ai medici delle AFT verrà affidata la tutela della salute della popolazione di riferimento. In Toscana le AFT dovrebbero essere circa 100 e ciascuna di esse dovrebbe avere un bacino di utenza di circa 30.000 persone. Ogni AFT dovrebbe essere costituita da 20-25 medici di medicina generale e 5-6 medici di continuità assistenziale (le vecchie “guardie mediche”, per intendersi).
Questi ultimi, attivi negli orari lasciati scoperti dai medici di medicina generale, potranno inizialmente esercitare anche nelle ore diurne. Le AFT potranno esercitare anche prestazioni minori, così da ridurre l’impatto dei pazienti sulle strutture ospedaliere. Le UCCP (Unità Complessa di Cure Primarie) saranno delle aggregazioni strutturali multi-professionali di cui faranno parte i medici di medicina generale ed i pediatri, nonché gli operatori del territorio (infermieri, specialisti, amministrativi e personale sociale).
Le UCCP, che attualmente in tutta la Toscana sono 20, avranno il compito di affrontare le criticità e le necessità assistenziali dei cittadini. Quanto alla sanità di iniziativa, l’intenzione della Regione Toscana è quella di estenderla entro il 2014 al 60% circa della popolazione ed all’80% nel 2015, così tutto il territorio regionale dovrebbe essere interessato da questo tipo di attività sanitaria istituita sulla base del Chronic Care Model, che prevede l’interazione fra il paziente ed il medico.
In sostanza il paziente viene edotto su alcune tematiche, così che l’intervento del medico viene ridotto all’urgenza. La sanità d’iniziativa consiste nel non attendere che il paziente arrivi in ospedale, ma nel metterlo al corrente di quanto è necessario che faccia per migliorare la sua salute.